domenica 15 marzo 2009

Vita.

Paolo Caddeo; "Mi costruirò un rustico paravento con questi rami che mi nasconda da..." ; 50 x 70-tecnica mista.

…Apatico… e viscido
Peso con muti rintocchi
Pesta da lembo ad altro della sfiduciata barriera d’ossa

…Tacito…come un animale acquatico
Nella calma frastornante
Sguscia furtivamente nell’abisso dell’anima

…Rantola…nel piccolo vuoto
Urla contorcendosi
Mentre si avvia alla deriva sui pennacchi d’oro ripudiati

Uno sprazzo così parcamente luminoso lo investe…
Forse a suggerire una scorciatoia inesplorata
Il sole è per il momento vivo

Ma il pellegrino è spossato…
Il pendolo è padrone nel suo teschio scavato
E il sole è troppo stinto per permettere ancora illusioni

La mano slitta fuori dall’arto superiore
e torna a mostrarsi come presto anche l’avanzo diverrà
poltiglia di infantile essenza mai partorita

e senza eccezione accreditata come opposta di sé.

Dormi bene, Niente.

4 commenti:

A. ha detto...

...il sole nel suo impallidire e il pallore nel suo illuminare sono il sublime che investe il mondo di dolore e di gioia..in ogni caduta germoglia il seme della pienezza; in ogni pienezza la verità della caduta. Una poesia ermetica e molto profonda.

A. ha detto...

...bellissimo ed enigmatico anche il quadro...

Esploratore ha detto...

molto bella la grafica del blog,ripasserò

Eolo ha detto...

Grazie a entrambi per i Vostri commenti.

>Atteone: hai colto perfettamente il non-senso.
>Esploratore:grazie per la tua visita e per il complimento.